Ormai è cosa nota, l’Expo è vastissimo. Per questo, nella nostra visita abbiamo deciso di concentrarci sui nostri vicini di casa. Un modo per conoscere meglio, gastronomicamente parlando, le mete più gettonate per i weekend low cost degli italiani. Il tutto condito da nozioni curiose e un po’ di attualità
Ecco a voi i padiglioni di Spagna, Francia, Germania e Regno Unito.
SPAGNA
Il Padiglione Spagnolo è suddiviso su due piani, ospitanti due esposizioni distinte. Al piano terra il tema principale è “Il Viaggio del Cibo”, un’installazione realizzata dall’artista multidisciplinare Antoni Miralda, che propone una riflessione poetica sul viaggio degli alimenti. Lo stesso piano terra è suddiviso a metà, un lato dedicato alla tradizione con l’utilizzo di materiali quali legno e sughero e l’altro proiettato verso il futuro con una pavimentazione riportante le lettere del DNA (ACGT).
Al secondo piano, è invece allestita la mostra “Il Linguaggio del Sapore”, che si addentra nella mente di un cuoco spagnolo per permettere ai visitatori di scoprirne l’arte, le conoscenze e le ricette preferite.
Il tutto è accompagnato da bar de tapas, un ristorante, un negozio gourmet, una piazza pubblica e un auditorium multifunzionale: che ospitano laboratori, concerti, showcooking e conferenze.
Noi abbiamo avuto la fortuna di partecipare a una degustazione di vini di Cigales, organizzata dalla Comunità Autonoma di Castiglia e León. In particolare abbiamo un rosato molto fresco al palato che in realtà avrebbe dovuto denominarsi clarete (chiaretto) in quanto creato dalla miscela tra vino rosso e bianco e un vino rosso corposo con sentori di more e lamponi ma, come sottolineato dal nostro sommelier e chef David López, non freschi ma in conserva.
«Il vino per gli spagnoli è segno di amicizia – sottolinea Alberto Bosque, delegato del turismo e dell’arte de Castilla y León – Mentre in Italia si dice andiamo a prenderci una pizza da noi si dice andiamo a prendere un bicchiere di vino». La domanda rimane una: perché un italiano dovrebbe andare a gustare dei vini in Spagna? «Perché – ci dice prontamente Bosque – gli italiani sono dei buongustai».
FRANCIA
Entrando da un labirinto-giardino, che riproduce tre paesaggi agricoli, si arriva un’ampia grotta, che rende l’esposizione francese una sorta di percorso iniziatico.
In una volta interamente ricoperta di vegetazione, prodotti tipici francesi e utensili per la cucina, sono mostrate le soluzioni per “Produrre di più e meglio”.
L’ultima sezione è dedicata a “Piacere e salute”, e invita i partecipanti a riscoprire il piacere di cucinare e mangiare come ricompensa per gli sforzi sostenuti nel percorso, con una distesa di slogan che incoraggiano ad agire meglio per il futuro del cibo.
L’edificio è ispirato a un luogo simbolo della cultura alimentare francese: il mercato coperto con l’accento sull’autosufficienza alimentare, l’accesso al cibo e la dimensione qualitativa dell’alimentazione.
Certo che 7 euro per una croque baguette alla boulangerie è un prezzo poco accessibile.
GERMANIA
La Germania si propone ad Expo Milano 2015 con il padiglione “Fields of Ideas” con l’esortazione a partecipare e con un “paesaggio” vivace, fruttuoso e ricco di idee. Il tema dell’esposizione mondiale è “Feeding the Planet, Energy for Life“. Il Padiglione Tedesco segue da vicino questo Leitmotiv, dando una percezione tangibile di quanto sia importante, per l’alimentazione del futuro, sviluppare un rapporto con la natura che ne riconosca tutto il valore.
I visitatori possono scoprire i “Fields of Ideas” attraverso due percorsi distinti. Percorrendo il primo, passeggiano sul pianoro paesaggistico che è liberamente accessibile e che invita, come un parco pubblico, alla sosta e al riposo. Nei punti in cui i “germogli di idee” spuntano dalla superficie, essi offrono una visuale su alcuni scorci dell’esposizione sottostante, risvegliando la curiosità degli osservatori. Questa zona è accessibile senza dover fare la, purtroppo, lunghissima fila all’entrata. Le piante stilizzate che, come “germogli di idee”, sbucano dal piano dell’esposizione e raggiungono la superficie esterna creano un collegamento non solo con l’interno del padiglione ma con i visitatori stessi che attraverso un videogame richiedono ai passanti esterni dell’acqua da versare sul terreno. Infine, le “foglie” di questi alberi sono formati da sottilissimi pannelli fotovoltaici poco più spessi di un foglio di carta, organici e flessibili e – come ci spiega Till Deininger dell’Ufficio Stampa del padiglione – donano energia all’area per tutta la sera.
Il secondo percorso conduce attraverso l’esposizione tematica all’interno del Padiglione, dalle fonti dell’alimentazione (suolo, acqua, clima e biodiversità) fino alla produzione alimentare e al consumo nel mondo urbano. Diverse rappresentazioni del tema, il materiale espositivo e i punti informativi presentano alcune sorprendenti proposte tedesche per il futuro dell’alimentazione. I visitatori sono invitati ad una partecipazione attiva.
Grazie alla “SeedBoard” ogni visitatore ha tra le mani un suo “campo di idee” per interagire con il materiale esposto e ottenere ulteriori informazioni multimediali. In pratica, quello che in apparenza potrebbe sembrare un piccolo quaderno si trasforma in un vero e proprio tablet. Lo show nel Padiglione Tedesco “Be(e) active” è il gran finale della esposizione. I visitatori del Padiglione si trasformano nei musicisti di un’orchestra e guardano il mondo tedesco dell’alimentazione dal punto di osservazione di due api in volo.
Il Padiglione Tedesco prende una posizione chiara sul tema di Expo, “Feeding the Planet, Energy for Life”. Invita, in modo accattivante, ad agire e ad avere con la natura un rapporto che ne rispetti appieno il valore. Alla domanda su come la Germania stia affrontando lo scandalo Volkswagen, Till Deiniger dopo un breve tentennamento ci dice: “È una situazione non sostenibile, sotto tutti i punti di vista”.
Il Padiglione Tedesco è stato nominato in tre categorie all’edizione 2015 degli FAMAB AWARDS per premiare le eccellenze internazionali nel campo della brand experience e della comunicazione face-to-face, così come anche nell’ambito dell’architettura temporanea e permanente.
REGNO UNITO
Dalle api tedesche, si passa a quelle del Regno Unito che si muovono nel padiglione a partire da un frutteto, volando per un prato fiorito fino al ritorno all’alveare, il tutto accompagnato dai rumori e dagli effetti visivi registrati da un vero alveare in Regno Unito.
Il design è ispirato al ruolo unico che gli alveari hanno nel nostro ecosistema e rappresenta lo spirito della partecipazione del Regno Unito a Expo Milano 2015. L’abilità artistica inglese ispira da sempre tutto il mondo e Wolfgang Buttress, il vincitore della competizione lanciata per scegliere l’architettura del padiglione, ha tradotto in termini progettuali la forza del design britannico. Il progetto fonde il design di più alto livello con forti requisiti ecologici, che trovano origine nelle conquiste scientifiche più all’avanguardia, nelle agrotecnologie e nell’ingegneria agraria.
Responsabile della costruzione del padiglione è stato il team di ingegneri edili e costruttori, noti a livello internazionale, di Stage One e Rise. Il padiglione britannico, esteso su un lotto complessivo di 1910 metri quadri, vuole lasciare un segno nell’esperienza di tutti i visitatori di Expo Milano 2015, in cui natura, creatività, scienza e tecnologia si combinano per affrontare la sfida sottesa al Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita.
Proprio all’interno dell’”alveare” alle ore 17.00 in punto abbiamo potuto consumare un classico english tea: il brand di tutta la Gran Bretagna. Un’occasione unica per gustare anche i classici Devonshire cream (pane, crema e marmellata proprio in quest’ordine in quanto ribaltando gli ultimi due ingredienti si trasformerebbero in Cornish cream) oltre ad altre prelibatezze dolci e salate. Durante la gustosa pausa c’è stato anche spiegato che il té non è nato per essere servito all’ora che tutti conosciamo ma fu il calo di zuccheri della duchessa di Bedford nella prima metà dell’800 a creare questa particolare abitudine. Una sorta di break prima della cena che veniva servita alle 21.00.
Ma il Regno Unito non è solo tè. Al piano inferiore siamo stati accompagnati all’interno di una zona riservata e avvicinati alla seconda bevando più importanti per gli anglosassoni: la birra. Un percorso – alcolico – che ci ha fatto scoprire abbinamenti particolari e riusciti della bionda come ad esempio con il caffè.
Infine, è notizia recente il padiglione della Gran Bretagna, è stato designato come la più bella struttura di Expo Milano 2015. Promosso da IN/ARCH, ANCE, Consiglio nazionale degli architetti, Federcostruzioni e Oice è stato assegnato all’esposizione inglese il “Premio internazionale per le architetture di Expo Milano 2015“. Il riconoscimento è stato consegnato alla Triennale di Milano, nelle motivazioni della scelta il fatto che il padiglione rispondesse “alle attese di un’architettura comunicativa, leggera, innovativa, senza tralasciare dettagli costruttivi e interdisciplinarietà delle competenze coinvolte”, ed “è tra quelli che meglio hanno interpretato il tema di Expo”.
Il nostro viaggio Expo-europeo si conclude qui. Ora non ci resta che lasciare l’Italia per scoprire i veri territori.