Il compositore ottocentesco pesarese rappresenta il perfetto connubio tra musica e cibo.
Celebri sono i suoi maccheroni, rigorosamente napoletani, ripieni di purèe di tartufi e cotti al forno; Rossini era sempre attento alle materie prime: nella sua cucina si utilizzava solo il prosciutto di Siviglia, il tartufo marchigiano o il formaggio di Gorgonzola.
Il Guglielmo Tell, siamo nel 1829, segna il suo silenzio da compositore e l’infuocarsi della sua passione per la gastronomia.
Celebri sono i suoi maccheroni, rigorosamente napoletani, ripieni di purèe di tartufi e cotti al forno; Rossini era sempre attento alle materie prime: nella sua cucina si utilizzava solo il prosciutto di Siviglia, il tartufo marchigiano o il formaggio di Gorgonzola.
Il Guglielmo Tell, siamo nel 1829, segna il suo silenzio da compositore e l’infuocarsi della sua passione per la gastronomia.
Che fosse un cuoco e buongustaio è dimostrato infatti dai menù scritti di suo pugno e composti di arrosto, salume di magro, caviale, zampone, rifreddo, filetti di pollo e panierini al parmigiano.
I documenti (contenuti nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze,) sono disponibili nel volume “Menù per orchestra” pubblicato da Armando Dadò e distribuito in Italia da Hoepli (Anna Ciocca-Rossi, Marta Lenzi Repetto, Giacomo Newlin) che abbiamo avuto l’onore di recensire lo scorso anno.