Cielo e Real Time sono i due canali che negli ultimi anni hanno rivoluzionato il modo di fare televisione e soprattutto di cucinare nel piccolo schermo. Accanto ai programmi di casa nostra come “Cucina con Ale” o “Masterchef Italia”, molti tra i programmi più seguiti sono realizzati a Londra.
Siamo quindi volati nella capitale britannica alla ricerca dei beniamini del food delle due amate reti tematiche con qualche incursione nel mondo della musica… perché su Menuetto c’è sempre posto per la giusta colonna sonora.
Guida di Londra tra cielo e real time
Primo giorno
Appena atterrati, ci siamo diretti verso Recipease , il “negozio con cucina” di Jamie Oliver, celebre cuoco e conduttore britannico che ha visto crescere la sua popolarità in Italia grazie al programma Jamie’s Great Italian Escape andato in onda su Cielo. Il suo locale - situato a Notting Hill, angolo con Portobello Road – è un mix tra emporio, cucina a vista e sala degustazione (al piano superiore) condito da richiami dell’Italia anni ’50 ma la particolarità è che la sera si trasforma nuovamente per diventare una scuola di cucina. Volete prenotare una lezione? Cliccate qui http://www.jamieoliver.com/recipease/bookings/
Mangiamo al volo una focaccia, giro veloce tra le botteghe di Notting Hill – eclettico quartiere che ha dato l’ultimo saluto a Jimi Hendrix - e puntiamo alla seconda destinazione: Choccywoccydoodah.
Questo nome-scioglilingua potrebbe non volervi dire nulla ma si tratta dello shop de La fabbrica del cioccolato, il variopinto programma di Real Time che illustra le vicende della expert chocolatier Christine e del suo staff.
Il piccolo negozio si trova vicino Carnaby Street, a Foubert’s Place nel cuore di Soho, ha un’ambientazione fiabesca ed è riccamente decorato da creazioni in cioccolata di ogni tipo: torte, animaletti, fiori e cuoricini. All’entrata ci accoglie una simpatica ragazzona per offrirci qualche cioccolatino ma noi puntiamo più in alto, in tutti i sensi, e dopo una breve attesa saliamo al primo piano dove è presente il bar. Ordiniamo una fetta di torta e un ice-cream sundae della casa. Un gustosissimo picco iperglicemico al prezzo di 12,50 sterline. Se ci passate, toglietevi lo sfizio, uscirete col buonumore nonostante il grigiore londinese.
Secondo giorno
Di buon mattino cerchiamo di carburare con la colazione dei campioni: pane e Nutella? No! English breakfast! Dalla foto non sembra sia necessario aggiungere nulla.
Ben rifocillati partiamo alla ricerca del più odiato, detestato e maledetto chef del mondo: Gordon Ramsay.
Scozzese di nascita, si trasferisce presto in Inghilterra e inizia la sua carriera in cucina a 14 anni. Nel 1993 apre il suo primo ristorante, il Restaurant Gordon Ramsay nel quartiere di Chelsea a Londra, ottenendo tre stelle Michelin. Nel nostro Paese è famoso per le sue sfuriate in Hell’s kitchen e Masterchef USA su Cielo ma anche in Cucine da incubo su Real Time.
La nostra ricerca si ferma davanti all’ingresso dell’elegante e stellato ristorante (68 Royal Hospital Road) – che possiamo documentare con qualche sbirciatina alla finestra - perché occorre prenotare con settimane di anticipo. Poco male, a 100 metri di distanza vi è un altro dei 21 ristoranti dello chef: il Foxtrot Oscar (79 Royal Hospital Road). Ambiente alla mano, camerieri simpatici e nessuna richiesta di prenotazione. Pertanto ci concediamo un pranzo ordinando un Cheeseburger con funghi saltati, cipolle caramellate, pancetta affumicata e patatine fritte (15 sterline) e una Pancetta di maiale cotta lentamente con purè di piselli (16,50 sterline). Panini appena sfornati e burro salato nel coperto. Gli ingredienti sono tutti di ottima qualità e nonostante le calorie incorporate non accusiamo il colpo.
Segnaliamo che anche nell’aeroporto di Heathrow (Terminal 5) vi è un ulteriore ristorante di Ramsay, il Plane Food che tra le specialità offre il pratico Picnics: una piccola borsa che si può portare in aereo per pranzare con insalata, uova, salmone o prosciutto, un dessert e frutta al prezzo di 12,95 sterline.
Il pomeriggio lo dedichiamo allo shopping, o più precisamente al food-shopping, e c’è solo un posto a Londra dove si può trovare tutto il mondo del food a portata di mano: Harrods su Knightsbridge Road.
Panini di ogni tipo - tra i tanti proviamo lo speziato Hot Cross Buns, tipico in Gran Bretagna nel periodo di Pasqua - lamb pie, filetti alla Wellington, ciambelle brillanti e muffin. E poi ristoranti giapponesi, italiani, pasticcerie, enoteche, reparti dedicati esclusivamente alle caramelle e tanto altro. Ingrassiamo solo guardando.
Dopo una permanenza di circa 3 ore nei sei piani dell’edificio, decidiamo di abbandonare il cibo e dedicarci all’altra parte di Menuetto: la musica. Usciamo dal grande magazzino per avviarci verso la mecca del pop: Abbey road. Proprio su questa strada si trovano i celeberrimi Studios che hanno dato il nome e la copertina all’ultimo album inciso in studio dai Beatles. La strada è affollata da numerosi turisti giapponesi che ambiscono all’ormai tradizionale scatto sulle strisce pedonali anche se sono state spostate da qualche anno a quasi 5 metri di distanza rispetto alle originali. Per completezza di documentazione, in serata ci spostiamo sulla 27 Wrights Lane per una foto ricordo della EMI, la storica etichetta discografica che ha dato vita agli Abbey Road Studios nel lontano 1931.
Il terzo giorno lo concludiamo con una breve visita al centro di Londra e poi corriamo a Heathrow per riprendere l’aereo che dal cielo ci riporterà verso il nostro real time.
Dopo aver letto questo racconto mi viene voglia di tornare a Londra e vederla da un’altra prospettiva! Bellissimo diario di viaggio!