Figlio d’arte e contro le regole, il maestro lucchese era un amante della buona tavola sapeva cavarsela anche in tempi di magra riempiendosi di minestroni preparati da lui stesso.
L’autore della Tosca e de La Boheme era un appassionato di cacciagione e fagioli cotti al fiasco, preparati nel convento di Lucca in cui aveva dimora la sorella suor Angelica.
Giacomo Puccini e i piatti del convento
Pietro Mascagni e i sapori rustici
Nato a Livorno nella seconda metà dell’800, il compositore della “Cavalleria rusticana” fu una vera e propria rockstar dell’epoca con tanto di groupie al seguito.
Era un amante dei viaggi per il mondo ma il suo piatto preferito rimaneva quello di casa: il caciucco.
Arturo Toscanini e l’estetica della tavola
Compositore emiliano della metà dell’800, si formò per lungo tempo in America dove si rifugiò in quanto antifascista. Meticoloso in campo musicale e con una memoria di ferro: riusciva a dirigere un’orchestra senza l’ausilio dello spartito.
Era anche un buongustaio ma teneva non solo al piatto ma anche alla presentazione e all’atmosfera in tavola.
Espaguetis a la carbonara
La cucina italiana è cultura e per questo va diffusa in tutto il mondo
Un primer plato tìpico italiano: los espaguetis a la carbonara.
Ingredientes
400 gr de pasta espaghetis
2 huevos y 1 yema de huevo
60 gr de queso pecorino rallado
120 gr de papada de cerdo curada
Sal
Pimienta negra molida
Aceite de oliva extra virgen
Preparaciòn
Cocer la papada de cerdo curada cortadas en trozos pequeños en una sartèn con un poco de aceite. Cuando llegue a ser crujiente y dorado lo pondremos a parte para que se enfrie.
En esta fuente he puesto los 2 huevos y la yema. Los batimos, añadimos la mitad del queso pecorino rallado, mezclamos los ingredientes y despuès añadiremos la pimienta negra
Cocer los espaguetis en abundante agua salada.
Ahora podemos incorporar la papada de cerdo curada que, mientras tanto, se ha enfriado. Mezclamos bien y nuestra salsa està lista.
Ha llegado el momento de ecurrir la pasta que deberà mantenerse hùmeda, no excesivamente seca. Aquì tenemos. Ahora mezclamos y servimos ràpidamente y añadimos el queso pecorino rallado.
Bibliografia
Il Gambero rosso
La Garzantina della Cucina
Accademia Italiana di Cucina
Il Grande ricettario di Gualtiero Marchesi
Il Cucchiaio d’Argento
Il Talismano della Felicità
Le ricette d’Osteria d’Italia – Slow Food
Heinz Beck
Davide Oldani
Antonio Vivaldi e il riso ad ogni stagione
Il compositore veneziano, già sacerdote “sopra le righe”, passò gran parte della sua vita come direttore d’orchestra al conservatorio della Pietà di Venezia. Il creatore delle “Quattro stagioni” era abbastanza schivo e le notizie sulla sua vita privata sono poche ma sappiamo che era un appassionato di piatti a base di riso.
Wolfgang Amadeus Mozart e le costolette
Mozart, il creatore di “Le nozze di Figaro” e del “Don Giovanni” ebbe uno sviluppo artistico precocisissimo: iniziò a comporre a soli cinque anni. Il maestro austriaco riuscì nell’800 a far emergere la figura del musicista trasformandolo da artigiano in artista. Divenne ben presto molto conteso dai nobili signori, anche durante i banchetti, e a tal proposito segnaliamo che Wolfgang Amadeus Mozart era ghiotto di costolette.
Ludiwig van Beethoven: pochi piatti ma sostanziosi
Il più grande musicista tedesco di sempre è riuscito a imporsi per gran parte del XIX secolo senza fermarsi di fronte agli ostacoli, sordità inclusa che lo colpì a 15 anni.
Non era un amante del cibo ma aveva dei piatti preferiti: maccheroni al cacio, zuppa con una dozzina di uova affogate, nasello con patate.
In fin dei conti era un genio… che non poteva togliere tempo alla musica.