Il compositore ottocentesco pesarese rappresenta il perfetto connubio tra musica e cibo.
Celebri sono i suoi maccheroni, rigorosamente napoletani, ripieni di purèe di tartufi e cotti al forno; Rossini era sempre attento alle materie prime: nella sua cucina si utilizzava solo il prosciutto di Siviglia, il tartufo marchigiano o il formaggio di Gorgonzola.
Il Guglielmo Tell, siamo nel 1829, segna il suo silenzio da compositore e l’infuocarsi della sua passione per la gastronomia.
Che fosse un cuoco e buongustaio è dimostrato infatti dai menù scritti di suo pugno e composti di arrosto, salume di magro, caviale, zampone, rifreddo, filetti di pollo e panierini al parmigiano.
I documenti (contenuti nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze,) sono disponibili nel volume “Menù per orchestra” pubblicato da Armando Dadò e distribuito in Italia da Hoepli (Anna Ciocca-Rossi, Marta Lenzi Repetto, Giacomo Newlin) che abbiamo avuto l’onore di recensire lo scorso anno.
Un fitto calendario di iniziative culturali per promuovere e diffondere l’opera e la figura di Gioachino Rossini, il sostegno alla ricerca scientifica in materia di studi rossiniani anche attraverso la pubblicazione di materiale inedito, un programma di interventi di tutela e valorizzazione dei luoghi legati al compositore pesarese, nonché la richiesta di dichiarare il 2018 “anno rossiniano”: sono questi i punti salienti contenuti nel disegno di legge speciale “Disposizioni per la celebrazione dei centocinquanta anni dalla morte di Gioachino Rossini” di iniziativa della senatrice Camilla Fabbri, che mira a rendere omaggio in Italia e nel mondo al grandissimo artista, proprio in occasione dell’anniversario della morte, avvenuta il 13 novembre 1868.
A illustrare il documento nella giornata di ieri (8 marzo) in Senato, oltre alla Fabbri, il Comitato Nazionale 150esimo Gioachino Rossini, che si occuperà delle varie attività, il cui inizio dovrebbe essere previsto nel 2017. Tra i componenti, presente anche il Presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha sottolineato quanto “Rossini non appartenga solo al nostro Paese ma al mondo. E’ importante che venga conosciuto ancora meglio: questa è una grande occasione e ci sarà una struttura solida su cui poggeranno tutte le iniziative”. A sostegno del progetto infatti ci saranno non solo il Comune di Pesaro e la Regione Marche (con cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha firmato nell’agosto 2015 un protocollo di intenti), ma anche il Rossini Opera Festival, la Fondazione che da anni si occupa di rappresentare i lavori del Maestro svolgendo al tempo stesso quello che Napolitano ha definito “un lavoro unico di rilettura critica e filologica delle partiture rossiniane”. Dopo il compleanno di Rossini festeggiato il 7 marzo (a Pesaro in primis ma anche in tutto il mondo), un vero “crescendo rossiniano” di circa 2 anni e mezzo di lavoro si prospetta dunque ai promotori delle attività, prima che si arrivi alla celebrazione dell’anniversario. Il primo passo è attendere l’iter del ddl: “Ora spetta al Parlamento: il disegno di legge sarà discusso nelle prossime settimane”, ha spiegato la senatrice Fabbri, “questo progetto non è certo locale, ma nazionale e internazionale. Rossini è un personaggio che ha elevato e continua a elevare culturalmente l’Italia”. Poi si entrerà nel vivo dell’organizzazione, con la città natale del Maestro che diventerà un centro propulsore di attività, proiettandole sul territorio nazionale e oltre confine.
“Rossini è l’ambasciatore di Pesaro e dell’Italia nel mondo”, ha detto Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, “la sfida sarà coniugare l’alta qualità alla massima diffusione delle attività toccando le varie città rossiniane: oltre a Pesaro, anche Lugo di Romagna, Napoli, Venezia e Bologna, fino a Vienna e Parigi”. “Racconteremo Rossini attraverso l’opera e la musica, il cinema e qualche contaminazione con il contemporaneo – ha aggiunto – e magari anche con alcuni aspetti secondari, come il cibo, che tuttavia contribuiscono a definire il personaggio”.
Anche la Rai parteciperà al progetto, supportando le iniziative in programma: “E’ in occasioni come queste che la musica, il territorio e le persone si uniscono e l’Italia è capace di raccontarsi: per questo la Rai non vuole solo stare accanto ma anche dentro al progetto”, ha affermato Monica Maggioni, presidente della Rai, tra i componenti del Comitato.