La qualità dell’esperienza gastronomica è influenzata da molti fattori, tra cui l’acustica dell’ambiente circostante. Livelli elevati di rumore possono influire sulla percezione del sapore e dell’odore, mentre una cattiva illuminazione o un ambiente poco accogliente possono rovinare l’esperienza complessiva. La pressione sonora, la composizione delle superfici e degli arredi, insieme a fattori contingenti come la durata dell’esperienza e lo stato d’animo dell’ospite, sono tutti elementi da considerare per creare un ambiente sonoro adeguato. Il metodo più efficace per ridurre il rumore di fondo rimane l’uso di materiali fonoassorbenti, ma ci sono anche soluzioni tecnologiche che utilizzano il monitoraggio in tempo reale per creare un controllo sonoro “attivo”. Un ristorante in California (il COMAL a Berkeley), ad esempio, ha implementato un sistema attivo di riduzione del rumore, utilizzando 28 microfoni per raccogliere il rumore ambientale e combinare i suoni filtrati con la musica per creare un’atmosfera personalizzata. In Europa, la lotta contro l’inquinamento acustico nell’esperienza gastronomica continua, con soluzioni innovative come il design sonoro degli spazi e l’uso di dispositivi elettronici per ridurre il rumore di fondo.
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Il rumore rovina il cibo
Hamburger o insalata? Lo decide la musica
Hamburger e patatine o insalata? Il volume della musica d’ambiente può influire sulla scelta. Se il sottofondo musicale è ‘soft’ ha un effetto calmante, rendendoci più consapevoli di ciò che ordiniamo e questo in genere comporta scelte più salutari, come ad esempio proprio un’insalata. Se è più forte, invece, aumenta la stimolazione e lo stress e ci porta a desiderare di più pietanze meno sane.
Lo rileva uno studio della University of South Florida, pubblicato sulla rivista Journal of the Academy of Marketing Science. “I ristoranti e i supermercati possono utilizzare la musica ambient in modo strategico per influenzare il comportamento di acquisto dei consumatori”, evidenzia Dipayan Biswas, del Muma College of Business della University of South Florida. Biswas ha condotto lo studio in un bar di Stoccolma, in Svezia, dove sono stati suonati diversi generi musicali in un loop separatamente a 55 decibel e 70 decibel.
Le varie voci del menu sono state codificate come sane, non salutari e neutre (categoria utilizzata ad esempio per bevande come caffè o tè). Durante l’esperimento condotto per diverse ore in più giorni, i ricercatori hanno scoperto che il 20% in più di clienti del ristorante aveva ordinato qualcosa di poco sano quando esposto a musica ambientale più forte rispetto a coloro che avevano cenato in un contesto più tranquillo.
(Fonte ANSA)